Storia e Cultura

 

Cenni di storia

Nella preistoria

Sul territorio di Nave -il cui nome nella toponomastica alpina viene in genere interpretato  con significato fisico-geografico di  “pianura circondata dai monti” o “conca prativa”- i  più antichi insediamenti finora scoperti sono rappresentati dalla cultura materiale  di comunità  neolitiche (6000 anni fa)  scoperta  su due siti di diversa morfologia: : in zona montana  sotto roccia in località Vhò  e di pianura sulla sponda destra  del torrente Garza in località Molino.

Il rinvenimento del Vhò, nel punto dove la valle del Garza si restringe , ha restituito reperti   di selce, faunistici e ceramici che hanno confermato la frequentazione del  sito  nella prima metà del IV millennio a.C. Il sito  del Molino indagato con un  scavo stratigrafico tra il 1993 e 1997 e databile anch’esso al IV millennio a.C., si è rivelato di notevole interesse scientifico per la presenza di strutture insediative e rituali funerari inediti, rappresentati  da una rara sepoltura di  inumato e  fosse contenenti resti di incinerati, che   hanno consentito  di acquisire  nuove  conoscenze  sulle pratiche di culto del Neolitico nell’Italia settentrionale. Al successivo periodo eneolitico sono stati attribuiti alcuni rinvenimenti in località Val Listrea e Corna di Caino in zona di riparo sotto roccia.

In età romana

Nonostante le numerose epigrafi romane rinvenute sul territorio non è stato possibile, data la loro mobilità nel tempo,  collegarle con certezza al sito del loro rinvenimento.

Un importante contributo alla conoscenza di Nave in età romana avvenne nel 1978  con la scoperta  della necropoli del “Camp dei  morc” a Cortine di Nave. Data l’importanza del rinvenimento la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia ne avviò il recupero sistematico con sei campagne di scavo che portarono alla luce  52 tombe datate tra l’età repubblicana e l’età flavia (30 a.C.-96 d.C.).  Lo studio della necropoli oltre ai  reperti  vegetali , animali,  ossei, oggetti di ornamento e le  varie forme vascolari di tradizione indigena e romana prese in esame per la prima volta  l’aspetto  interpretativo sulle modalità del rito funebre: dalla consacrazione del luogo del sepolcro alle esequie attraverso un tipo di rituale sottolineato nello stesso titolo della pubblicazione edita nel 1987: Sub Ascia. Successivamente alla necropoli di Cortine sono state scoperte nella valle del Garza, tra il 1982 e 1997,  le tracce di una decina di insediamenti rappresentati da livelli di crollo, pochi corsi di alzato di murature e reperti databili dal I al V sec. d.C.

La topografia degli insediamenti e necropoli finora scoperti  ha consentito di delineare,n ella loro distribuzione, una viabilità antica sia in prossimità del Garza che sulle fasce pedemontane a Nord e Sud della Valle del Garza. Le numerose presenze archeologiche d’età romana  sono testimonianza della prosperità di questo distretto territoriale che nel suo habitat assai vario ha favorito l’insediamento umano fin dalla preistoria e costituito per le comunità del territorio occidentale bresciano il passaggio  più breve, attraverso il passo S. Eusebio, verso le valli Giudicarie del Trentino.

In età medievale

Il periodo altomedievale (V-VI / X sec d. C.) pur rappresentato da rare sepolture di inumati in cassa litica   individuate in loc. Castrino e Campanile di Nave ci collega agli edifici di culto più antichi rappresentati in Valle dalla pieve di S. Maria della Mitria e di S. Cesario che hanno restituito il maggior numero di reperti architettonici  relativi a questo periodo.

Per approfondimenti si veda in:

AA.VV. Sub Ascia, una necropoli romana a Nave, a cura di L. Passi Pitcher, Modena 1987.

AA.VV., Archeologia della valle del Garza tra preistoria e medioevo, a cura di G. Botturi e R. Pareccini,, Milano 1999.

 

Altri cenni storici

La lavorazione in zona del ferro e della carta risale al sec. XI. Dal 1270 al 1420 (quando fu assorbito dagli agostiniani di San Giovanni de Foris di Brescia) fu attivo in contrada Campanile il convento domenicano di San Pietro martire, fondato dai fratelli Giovanni e Girardo de Bestino.


Nel 1439 il paese subì, durante l'assedio di Brescia, la violenza dei viscontei comandati dal Piccinino. Nel luglio 1512 i francesi dell'Aubigny saccheggiarono barbaramente Nave, distintosi nel febbraio precedente, con Valerio Paitone, nella rivolta antifrancese repressa col rovinoso sacco di Brescia. Poco dopo un'epidemia colpì centinaia di navesi, così come avvenne anche nelle pesti del 1577 e del 1630.


Nel 1701-05 il territorio fu occupato, durante la guerra di successione spagnola, dall'esercito ispano-francese prima e dalle truppe imperiali di Eugenio di Savoia poi. L'archivio comunale di Nave andò in fiamme nel 1797, durante uno scontro tra truppe della Repubblica bresciana (affiancate dai francesi) e bande controrivoluzionarie valsabbine.


 

 
Primo sindaco di Nave nell'Italia unita fu Giuseppe Zanardelli (1860).

Un bresciano illustre, oggi un po' dimenticato. Autorevole protagonista politico locale e nazionale, dalla metà del secolo scorso agli albori del ‘900. Al punto da diventare Primo Ministro del Regno Unito, dopo aver contribuito, in pieno Risorgimento, alle lotte per l'Unità d'Italia. Mazziniano, garibaldino e liberale di sinistra, Giuseppe Zanardelli fu eletto parlamentare nel 1860 e rieletto ogni volta. Fu ministro di Grazia e Giustizia, dando il suo nome al Codice Penale che, per la prima volta in Italia, eliminava la pena di morte. Sempre nel 1860 era stato eletto primo sindaco di Nave dopo l'indipendenza dall' Austria: la famiglia aveva una villa a Cortine, donata dagli eredi al Comune nel 1982. Per gli impegni parlamentari lasciò la carica di sindaco, ma rimase consigliere comunale di Nave fino al 1875. Morì nella villa di Maderno, sul lago di Garda, il 26 dicembre 1903. Sepolto nel cimitero Vantiniano, i funerali si trasformarono in un'apoteosi.

Ultima modifica: Lun, 07/08/2017 - 16:57